Il centro storico di Ascoli Piceno, dovunque lo si guardi, trasuda stratificazioni storiche sin dall’epoca romana. Palazzo dei Capitani è uno dei punti d’interesse a tal proposito.
Una piazza così bella ha spesso suggerito la possibilità che il centro monumentale della città antica, il foro, potesse essere nascosto pochi metri sotto il piano su cui passeggiamo oggi. Ma qualche secolo fa questa piazza non esisteva; al suo posto case, vicoli angusti, botteghe, commerci, vita densa e avvenimenti di tutti i giorni della Ascoli medievale.
Poi finalmente l’apertura di uno spazio pubblico, la platea inferior, a seguire l’ulteriore sgombero degli altri edifici, l’unificazione delle facciate e dei portici, la sistemazione dei prospetti e la creazione di un gioiello, bello anche nel nome: Piazza del Popolo.
Allora proviamo a cercare il foro poco lontano, magari sotto le fondazioni del principale edificio civile che si affaccia sulla piazza: il Palazzo dei Capitani del Popolo, che riecheggia ancora i fasti del glorioso passato comunale.
Sì, forse ci siamo, forse il foro è qui sotto; si scava senza sosta, più si va in profondità più si torna indietro nel tempo Le evidenze archeologiche sono numerose, pavimenti, muri, reperti ceramici. Siamo giunti ai livelli costruiti e frequentati dalle persone vissute più di 2000 anni fa, in piena epoca romana.
Dopo aver scavato così tanto è giunto il momento di mettere insieme i dati, studiare, trarre conclusioni. E qualcosa non torna. Dove sono le colonne, i portici, i templi, i monumenti e gli edifici che dovrebbero essere in un foro? No, non ci siamo, il foro non è neanche qui.
Ma allora cosa c’è qui? C’è qualcosa di bello e inatteso, uno spaccato della vita della città in epoca romana.
Più pavimenti si sovrappongono gli uni agli altri, a testimoniarci un fervore edilizio e una successione vertiginosa di mutamenti, dalla tarda età repubblicana del I secolo a. C. fino alla piena età imperiale del I sec. d. C., ricordandoci che il cambiamento è una costante di tutte le epoche.
Sopra i piani più antichi si costruisce, in epoca imperiale, un esteso pavimento a spina di pesce, che va riferito con molta probabilità a un’estesa area commerciale, forse un macellum, un mercato coperto. Può ora riecheggiare nelle nostre menti non la lapidea solennità del foro, piuttosto la spiccata vivacità degli scambi commerciali della vita quotidiana di un mondo distante quasi due millenni.
E poi arriva il medioevo, con le sue strutture che rompono, spaccano e riutilizzano quelle romane, trasformano quello che trovano e lo adattano alle nuove esigenze, fino ad arrivare nel 1200 al primo impianto del Palazzo dei Capitani, che ha pure subìto numerose modifiche, come il rifacimento del 1520 a opera di Cola dell’Amatrice.
Ed ecco, in un attimo, torniamo nuovamente ai giorni nostri.