Ascoli romanica: il Battistero di San Giovanni
Il Battistero di San Giovanni, a Piazza Arringo, sorge a sinistra del Duomo, staccato dal complesso degli edifici religiosi; al contrario della Cattedrale, fortemente rimaneggiata nei secoli, ha mantenuto intatte le sue forme romaniche. Inserito tra gli elementi di sicuro interesse storico-artistico di Ascoli Piceno, sorge sui resti di un battistero precedente, forse del V-VI sec., a sua volta costruito su un’area sacra romana: nel retro della struttura, lato est, si vedono ancora tracce di un tempio pagano.
L’attuale struttura risale al XII sec.: alla base quadrata, costruita riutilizzando blocchi di travertino d’epoca romana si sovrappone il tiburio ottagonale ornato da trifore cieche a sesto pieno. La cupola, circolare, è coronata da un lanternino. Le diverse forme hanno un significato simbolico molto forte: la pianta quadrata rappresenta la terra ed il peccato originale, l’ottagono è il battesimo, mentre la cupola, con la sua geometria perfetta, il cerchio appunto,è il cielo, la salvezza. Anche la presenza di due porte è indubbiamente simbolica. L’accesso più grande è ad ovest, e costituiva il vero ingresso per chi voleva battezzarsi. L’esposizione a ponente ricorda infatti il tramonto e le tenebre. Una volta all’interno, il catecumeno riceveva il battesimo dal Vescovo diventando cristiano a pieno titolo. A quel punto, per uscire, si utilizzava la porta a sud ed il neo battezzato poteva finalmente entrare nella Cattedrale per assistere alle funzioni. Secondo l’usanza cristiana, infatti, a chi non era battezzato era precluso l’ingresso in Chiesa.
Grazie agli interventi di restauro avviati per il Giubileo del 2000 e ad una indagine archeologica all’interno della struttura, sono state rinvenute due vasche battesimali circolari incassate al centro del pavimento. E’ ben visibile, entrando, il perimetro della vasca del Battistero precedente (V-VI sec), molto più grande, che sembra inglobare quella successiva, minore, pertinente all’attuale edificio del XII sec.
Le differenti dimensioni sono dovute ad una leggera variazione del rito: nei primi secoli del cristianesimo, il battesimo è amministrato solo agli adulti che lo ricevono distesi. Successivamente i battezzandi sono sempre più di età infantile e si dispongono in posizione accucciata o seduta. Il fonte battesimale di tipo “ a calice” viene introdotto sul finire del trecento quando si abbandona il rito “per immersione” a favore del più semplice “ad aspersione”. In quell’epoca per sistemare il nuovo fonte al centro del pavimento si occlude la vasca e si elimina il parapetto di cui si intravedono ancora le tracce.
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AUTORE: Lella Palumbi, esperta di storia dell’arte