Le Chiese da vedere ad Ascoli Piceno: il Duomo

Intitolata a Sant’Emidio, la Cattedrale di Ascoli Piceno rappresenta una tappa turistica imperdibile per gli amanti della storia e dell’arte.

Domina il centro storico di Ascoli Piceno incorniciando Piazza Arringo: è la Cattedrale, intitolata al primo vescovo di Ascoli Piceno, S. Emidio, patrono della città e protettore dal terremoto. La sua fondazione risale probabilmente al V sec. utilizzando i resti di una precedente Basilica romana (Tribunale). E’ nell’XI sec. che alla pianta a croce latina della chiesa paleocristiana vengono aggiunte le due torri sui lati della facciata. Nel quattrocento il Duomo viene ampliato fino ad assumere l’odierno aspetto: le torri romaniche vengono inglobate nella nuova facciata (1529-39), disegnata da Cola dell’Amatrice e sono ancora visibili da Piazza Arringo.

L’interno è diviso in tre navate da pilastri ottagonali e volte a crociera; gli affreschi di Cesare Mariani, eseguiti tra il 1884 ed il 1894, raccontano, nel tamburo della cupola, il martirio di Sant’Emidio. Il ciborio ligneo (1895) che si eleva sotto la cupola  – opera dell’architetto Giuseppe Sacconi, nato nella vicina Montalto Marche, conosciuto soprattutto per aver progettato il “Vittoriano” a Roma – è arricchito da statue dei quattro evangelisti eseguite da Giorgio Paci.

L’altare maggiore del XIII sec. risulta dal reimpiego di splendide lastre di marmo intarsiato che in origine formavano il parapetto (pluteo) dell’accesso alla cripta. Alle sue spalle è collocato il coro gotico intagliato in legno di noce (1448), opera di Mastro Giovanni di Matteo da Maltignano e di suo figlio Paolino d’Ascoli. Nel 1546 vennero aggiunte altre parti provenienti dalla chiesa di S. Pietro Martire. Tra i personaggi che dividono il coro in due emicicli è ben riconoscibile una delle immagini più antiche di Sant’Emidio.

Ai lati dell’altare maggiore si aprono due cappelle. A sinistra, la Cappella della Madonna delle Grazie, interamente rivestita di mosaico su disegno del parmense Carlo Mattioli, eseguito dalla Bottega del mosaico di Ravenna nel 1961 su commissione del vescovo Marcello Morgante. Rappresenta papa Giovanni XXIII e la proclamazione della Madonna delle Grazie a patrona della città di Ascoli. Vi si conserva una tavola dipinta da Pietro Alamanno ( XV sec) raffigurante la Santa a cui la cappella è dedicata. A destra si eleva la Cappella del Crocifisso che prende il nome dall’opera lignea del XV sec di scuola marchigiana, in precedenza in San Vittore.

A pochi passi si apre la Sagrestia. Costruita tra il 1415 ed il 1425, ha l’aspetto di una grande sala sormontata da un soffitto a crociera. Spicca, per bellezza e forma, l’armadio in noce composto da 14 sportelli e dai sovrastanti 12 specchi, opera di Moise D’Anversa. Sempre sul lato destro della Cattedrale, scendendo i gradini del Presbiterio, si entra nella Cappella del Ss. Sacramento. Consacrata nel 1838 ha una pianta a croce greca mentre il suo perimetro esterno è un ottagono. I pennacchi della cupola presentano i 4 profeti, opera del pittore maceratese Raffaele Fogliardi.

L’altare è rivestito da un pregevole Paliotto in argento, diviso in 27 formelle disposte su tre ordini: è il racconto della vita di Cristo. Opera orafa tra le più importanti delle Marche, fu eseguita dall’ascolano Pietro Vannini attivo in città dal 1414 al 1464, che realizzò anche la statua in argento di S.Emidio (conservata nel vicino Museo Diocesano) la cui copia è situata a sinistra in fondo alla navata centrale. Sopra l’altare uno splendido ciborio del XVI sec forse di Cola dell’Amatrice.

Addossato alla parete di fondo spicca lo splendido Polittico di Carlo Crivelli, pittore veneziano incaricato dal vescovo di Ascoli, Prospero Caffarelli, di eseguire una grande opera per il Duomo: il polittico reca la sua firma “OPUS KAROLI CRIVELLI VENETI 1473”. La predella presenta al centro un Cristo benedicente a cui fanno da contorno dieci apostoli. Il registro centrale è composto da quattro santi a figura intera: San Pietro e San Giovanni Battista a sinistra, Madonna in trono con bambino e a destra Sant’Emidio e San Paolo. Nel registro superiore la centrale ed intensa “Pietà” ha alla sua sinistra Santa Caterina d’Alessandria e San Girolamo, a destra San Giorgio e Sant’Orsola.

Porta della Musa: unico accesso laterale del Duomo, la cinquecentesca Porta della Musa deriva il suo nome da un’epigrafe murata nella vicina parete destra del transetto. Il portale ligneo, decorato da rose intagliate e figure zoomorfe, è firmato dal maestro Francesco di Giovanni che operò ad Ascoli fino al 1518. La doppia scalinata ornata da un’elegante balaustra è del 1841, disegnata dall’Ingegnere Gabriele Gabrielli.



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AUTORE: Lella Palumbi, esperta di storia dell’arte

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