I resti romani e medioevali di Ascoli Piceno: Porta Romana
Nella zona ovest di Ascoli Piceno, Porta Romana, si trovano ancora oggi i tre strati della fortificazione della città: la più antica pertinente alla civiltà picena è costituita da blocchi squadrati di arenaria sopra ai quali, fu impostata la nuova cinta muraria in “opus quasi reticulatum”. E’ invece in opera quadrata la monumentale “Porta gemina” o “Porta romana”, alta circa sei metri e doppia (da qui gemina, gemella). Ricostruita su quella picena, andata distrutta da Pompeo Strabone nell’89 a.C., è costituita da due grandi archi retti da tre massicci pilastri. Alta quasi sette metri e larga 9,47 m permetteva l’ingresso in città per chi da Roma era giunto attraverso la Salaria, la via consolare che metteva in comunicazione il Tirreno con l’Adriatico.
I solchi interni ai fornici testimoniano il notevole livello ingegneristico raggiunto in quel tempo: erano usati per far scorrere le saracinesche che limitavano l’accesso alla città.
Nel medioevo venne costruita una Chiesa sopra la porta, riportata alla luce solo con gli interventi demolitori dell’ottocento. Queste antiche mura però non bastano a fermare Federico II che nel 1242 distrugge il sistema difensivo di Asculum, costretta a costruirne di nuove.
Oggi è ancora ben visibile la cinta muraria medievale, costituita per i primi quattro metri di alzato da grossi blocchi di travertino, sicuramente reimpiego di resti di grandi monumenti romani; il resto è formato da blocchi più piccoli, più facili da sollevare. Collegava la Fortezza Pia che si eleva sul vicino Colle dell’Annunziata alla porta medievale demolita nei primi del novecento.
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AUTORE: Lella Palumbi, esperta di storia dell’arte