Le particolarità delle Chiese di Ascoli Piceno: la Cripta del Duomo
Nell’XI sec, in seguito alla traslazione dei resti di Sant’Emidio dalle catacombe fuori dalla cinta muraria cittadina (Sant’Emidio alle Grotte) alla Cattedrale, viene costruita la splendida cripta del Duomo, composta da tredici navatelle, utilizzando anche materiale di recupero di età romana. L’accesso era centrale. Oggi, in seguito a lavori di risistemazione, l’ingresso è possibile da entrambe le navate laterali.
La parte centrale della cripta è stata notevolmente trasformata da Giuseppe Giosafatti nel ‘700 sostituendo le colonne romaniche di travertino con colonne di marmo rosso di Verona e rialzando il soffitto. Nello stesso periodo, suo figlio Lazzaro Giosafatti scolpisce il gruppo marmoreo di “S. Emidio che battezza S. Polisia”. Il sarcofago romano di reimpiego (IV sec.) racchiude i resti del Santo.
Le pareti dell’abside sono rivestite da mosaici (1954) disegnati da Pietro Gaudenzi e realizzati dallo Studio Vaticano del Mosaico. Rappresentano episodi locali avvenuti durante il secondo conflitto mondiale. Vi è rappresentato anche il committente: l’allora vescovo Monsignor Ambrogio Squintani.
Le volte sono state affrescate da Tommaso Nardini nei primi anni del settecento. Risalendo dall’accesso di sinistra si scorge la parte finale del cimitero trecentesco che si estende sotto la Chiesa. Quest’ultimo tratto fu sistemato nel 1961 da Monsignor Marcello Morgante con la costruzione delle Tombe dei Vescovi.
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AUTORE: Lella Palumbi, esperta di storia dell’arte