Le Chiese di Ascoli Piceno: Sant’Angelo Magno
Già al tempo del vescovo Euclere nell’VIII secolo si parla di un Cenobio di S. Michele Arcangelo, che ospitava le Ancelle di Dio, le cui Badesse, provenienti dalla locale nobiltà longobarda, gestivano un vero e proprio potere feudale: il complesso monastico sorse in posizione dominante rispetto alla città.
L’attuale facciata della Chiesa di Sant’Angelo Magno, immersa nel centro storico di Ascoli Piceno e sita nell’antico quartiere della Piazzarola, realizzata nel 1292 in stile romanico, risulta austera ed essenziale, ingentilita dall’elegante rosone a colonnine gotiche.
L’interno a tre navate, testimonia le diverse trasformazioni subite nel tempo. Significativa la presenza di due splendide colonne in granito con basi e capitelli corinzi di marmo, manufatti di spoglio di epoca medio-imperiale, provenienti da edifici dell’antico Capitolium ascolano.
Di particolare rilievo risultano gli interventi operati all’interno della Chiesa dai monaci Olivetani a partire dal XV secolo, che modificarono l’assetto medievale della chiesa fino alle più tarde espressioni barocche, con le decorazioni parietali ad opera di Tommaso Nardini (1658-1718), gli altari in legno scolpito e dorato, arricchiti da tele realizzate dagli artisti Carlo Maratti (1625-1713), Giuseppe Ghezzi (1634-1722) e Giacinto Brandi (1623-1691).
Al centro del presbiterio s’innalza il baldacchino con cupola sorretto da quattro colonne in gesso con capitelli e basi in terracotta, eseguiti nel 1830 dall’ascolano Emidio Paci. Il sottotetto del presbiterio nasconde affreschi raffiguranti otto maestose figure di Profeti, che rappresentano uno degli esempi più antichi della pittura ascolana medievale.
In un affresco del XIII sec. viene rappresentato S. Michele Arcangelo che pesa le anime, chiaro riferimento ai pellegrini che nel medioevo transitavano per Monte Sant’Angelo sul Gargano, prima di imbarcarsi per la Terra Santa.
Il sito è attualmente oggetto di restauro.
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AUTORE: Prof. Giorgio Giorgi, storico dell’arte