Colle San Marco di Ascoli Piceno, mèta di eremiti nel corso dei secoli

Ascoli Piceno è circondata da un territorio geografico prevalentemente collinare. A sud della città si trova il massiccio altopiano calcareo di travertino del Colle San Marco, estrema propaggine della Montagna dei Fiori caratterizzata da una ricca vegetazione. Il Colle racconta la storia di Ascoli Piceno da diversi punti di vista.

La posizione isolata del Colle San Marco e la sua fitta vegetazione lo hanno eletto nei secoli a mèta privilegiata di monaci e anacoreti per periodi di meditazione e preghiera. Durante l’Alto Medioevo, Colle San Marco fu infatti luogo dedicato a forme di misticismo e religiosità, favorito dalla conformazione del territorio. Di grande importanza fu la Regola benedettina che rappresentò un fattore importante per il territorio: eremi e monasteri divennero punti di riferimento anche della comunità civile poiché i monaci benedettini avevano l’obbligo di rendersi utili per il bene di tutti.

Delle diverse strutture religiose dell’epoca costruite sul Colle, tra le quali spiccava il Monastero di San Lorenzo di cui sono visibili solo pochissimi resti, rimane una grotta scolpita nella roccia viva. In questa grotta si ritirò nel 1200 Corrado Miliani dei Conti Saladini, entrato nel convento ascolano dei Francescani, verso il quale gli ascolani mostravano profonda devozione. La cella dell’eremita, meglio nota come “Grotta del Beato Corrado” diventò lungo i secoli mèta di pellegrinaggi e ancora oggi è in ottime condizioni di conservazione.

 

CORRADO D'ASCOLI

Leggende sulla santità del beato Corrado erano fiorite già mentre era in vita. Morto nel 1289, il culto fu approvato da Pio VI nel 1783. Le sue spoglie sono custodite nella Chiesa del complesso monumentale di San Francesco, nel centro di Ascoli Piceno.

Colle San Marco di Ascoli Piceno, mèta di eremiti nel corso dei secoli

CISTERCENSI

L’Ordine cistercense, ebbe origine dall’abbazia di Cîteaux, in latino Cistercium, nel XI secolo con lo scopo di tornare all’austerità, alla stretta osservanza della regola di san Benedetto e al lavoro manuale.

Dall’imponente bosco di castagno, il sentiero principale porta ad uno slargo situato su un enorme sperone di travertino, a strapiombo sul bosco. Sulla parete rocciosa è visibile, in alto a destra, l’affascinante struttura dell’Eremo di San Marco, una cavità naturale chiusa da una costruzione a forma di chiesetta con campanile e collegata al sentiero da una scalinata in pietra. La parete, in stile romanico, è in pietre conce e presenta una monofora e cinque bifore.

Anticamente, l’edificio ospitava un convento fondato dai monaci cistercensi all’inizio del 1200 ed è costituito da due locali sovrapposti, comunicanti mediante una scala appoggiata alla roccia. Si tratta di una costruzione molto “povera”, che ben richiamava la regola monastica benedettina.
All’interno dell’Eremo è possibile rinvenire ancora oggi tracce dei primitivi affreschi eseguiti dai monaci sulle pareti e sulla volta del locale inferiore. Sul soffitto della caverna è degna di nota la splendida “tappezzeria” di capelvenere.

L’Eremo di San Marco è stato restaurato e riportato al suo massimo splendore. Conserva il suo potere suggestivo che richiama turisti e viaggiatori, amanti della storia e della natura.

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