Il Carnevale di Ascoli Piceno: il buon umore è in piazza. Sempre!

Il Carnevale nei ricordi e negli occhi di chi lo ama: ad Ascoli Piceno non si rinuncia mai al sorriso.

Si sa… il buon umore è contagioso. Immaginate di trovarvi a passeggiare in una delle piazze più belle d’Italia durante il periodo di Carnevale: ne avrete sicuramente la riprova! Il buon umore sarà subito meravigliosamente contagioso!

Ad Ascoli Piceno si allestisce una sei giorni di risate e simpatia in cui la quotidianità e la realtà sono il tessuto per battute, sketch e maschere bizzarre nelle quali è lecito prendersi gioco di pregi e difetti degli altri! Quello di Ascoli è un Carnevale Storico, ma del tutto atipico rispetto agli altri Carnevali d’Italia: una tradizione molto sentita anche dai bambini che con le loro maschere invadono le vie del centro e una fase dell’anno in cui a sorridere è anche la tavola!

Cercando fra le curiosità di Ascoli Piceno scopriamo il perché in molti definiscano il Carnevale di Ascoli come la festa del “Buon Umor Favorito”. Favorito era un uomo che, cinque giorni prima della festa patronale di S. Emidio, usciva in sella ad un ronzino bianco con la sua tromba portando giubilo e il “Buon Umor” fra le vie della città picena. Il suo apparire annunziava baldoria, il tripudio per la solenne festa in arrivo. Uno storico personaggio che dava il via alla festa più divertente e catartica dell’anno!

Altra maschera tradizionale ascolana, la più antica, è “lu Sfrigne”: figura del povero vestito di stracci ma colmo di allegria che con il suo ombrello “ornato” da aringhe pendenti gira per la città e suscita simpatia.

A cambiar d’abito a Carnevale non è solo lo spirito degli ascolani ma l’intera città che con le sue immancabili luminarie colorate si veste a festa per l’occasione.
La trasformazione parte dalla centralissima  Piazza del Popolo che ogni anno a seconda del programma e delle numerose iniziative diventa un ampio palcoscenico per grandi e piccini.

Ad Ascoli Piceno la festa più anarchica e goliardica dell’anno corrisponde anche ad un concorso di maschere indetto dal 1958 dall’Associazione Carnevale di Ascoli organizzato in quattro sezioni a cui possono partecipare singoli concorrenti e gruppi mascherati composti da vari elementi, ma anche nonni, nipoti e giovani di tutte le età. Le maschere vengono mostrate al pubblico in tutta la loro originalità per le intere giornate di domenica e martedì, quando oltre a sfoggiare il vestito o la scenografia preparata con cura durante i mesi precedenti, si dà il via al copione più esilarante e ad un piano d’azione studiato ad hoc per divertire e coinvolgere ignari turisti e passanti.

Non solo competizione, ma sopratutto folklore, tradizioni e abitudini enogastronomiche diverse ogni anno come la Raviolata in Piazza o la tradizione delle sette colazioni di carnevale. E tanto intrattenimneto fra le logge di Piazza del popolo e di Piazza Arringo, come ad esempio dei laboratori di trucco e maschere oppure imparare l’idioma locale con l’Accademia del Dialetto Ascolano, per apprendere “a forza di risate” i vocaboli principali della lingua del volgo.

Bisogna lasciarsi coinvolgere da un’esperienza tout court con il carnevale, per visitare la città storica di Ascoli Piceno ed essere folgorati dai suoi colori, incantati dallo spirito dei suoi abitanti.

Il Carnevale è una tradizione ad Ascoli Piceno e nei suoi dintorni. È il caso della bellissima Piazza del Popolo di Offida, luogo dove si inaugura il carnevale e si trasforma in centro d’aggregazione, punto di ritrovo nei giorni più divertenti dell’anno. Non mancano gli appuntamenti d’avvicinamento a quella che gli offidani definiscono la “Settimana Santa”. Musica e allegria con le storiche congreghe offidane già a partire dalle domeniche precedenti con la “Domenica degli Amici” che lasceranno il posto a tavola per la “Domenica dei Parenti.” Uno dei momenti nevralgici dei festeggiamenti è il rito più atteso, l’inseguimento e rincorsa del Bove previsto per il venerdì, l’ormai conosciuto Bov’Fint, un’evento folkloristico a metà fra una corrida e un’antica usanza  popolare che voleva sulle mense dei poveri nell’ultimo giorno di Carnevale la carne di un bue precedentemente cacciato e mattato. Dopo i veglioni, si celebra la morte del carnevale il martedì, con profonda passione e altrettanta devozione dalle storiche congreghe che insieme ad un fiume di persone in maschera si riversano a suon di balli in Piazza del Popolo: a partire dal primo pomeriggio si prepara il falò che manda al rogo “Velurd” e i peccati goliardici che il carnevale porta con sé.

A Castignano il carnevale si distingue  per “I moccoli”, un ricettacolo all’interno del quale viene inserita una candela che si accende prima di partire per la processione dei Moccoli, gesto che celebra la morte del Carnevale e l’inizio della Quaresima. I moccoli sono lampioncini multicolori costruiti con grande perizia da artigiani locali e piazzati su una canna ancora verde che termina a forma di rombi a più facce.

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